FIBROTOMIA…E POI?!

Capita spesso che le famiglie si sentano un po’ smarrite nella fase postoperatoria, o che addirittura vengano colte da ansia già nella fase preoperatoria, al solo pensiero della gestione della degenza e della riabilitazione.

Per questo, qui di seguito, il POST-OPERATORIO IN 10 PUNTI:

  1. AFFIDATEVI AD UNA EQUIPE RIABILITATIVA            Come in un normale post-operatorio ortopedico, solo un’équipe riabilitativa è in grado già nei primi giorni dopo l’operazione di valutare modalità e necessità di interventi riabilitativi e applicazione di tecniche antalgiche.
  2. DOLORE ed EMATOMI                                                                  Anche se microinvasiva, la fibrotomia è pur sempre un’operazione chirurgica e come tale implica la possibile presenza di dolori nel post-operatorio, con eventuale presenza di gonfiore o ematomi nelle zone trattate. Questa sintomatologia può essere contenuta, tramite la somministrazione di antidolorifici o impacchi locali di pomate, per favorire il recupero funzionale. È inoltre indicato l’utilizzo di tecniche riabilitative volte alla riduzione dell’ematoma: massaggio, linfodrenaggio, neurotape, terapia fisica (per esempio tecar o magneto terapia).
  3. DIVIETO DI CARICO                                                                   Se trattati gli arti inferiori, evitare il carico completo per due settimane per non rallentare la remissione del dolore e dell’ematoma.
  4. ATTIVITà SPONTANEA                                                            Non essendoci controindicazioni di alcun tipo, deve essere promossa l’attività spontanea, ad esempio il gattonamento del bambino o la camminata in ginocchio nell’adulto.
  5. RISPETTO DEL DOLORE                                                             Il rispetto del dolore rappresenta il parametro sulla base del quale l’equipe riabilitativa modula la rieducazione motoria, in base alla situazione specifica.
  6. EVITARE STRETCHING DEI MUSCOLI TRATTATI PER UN MESE
  7. IDROCHINESITERAPIA                                                            Dal decimo giorno è possibile che iniziare la rieducazione in acqua; con il livello dell’acqua ad altezza toracica, è possibile l’appoggio dei piedi e l’inizio della rieducazione al passo.
  8. PROGRAMMA RIABILITATIVO                                                 Il piano riabilitativo deve essere elaborato dall’equipe a cui il paziente è affidato, che deciderà quando e come effettuare mobilizzazioni attive/passive, come procedere con l’allineamento posturale e l’integrazione neuromotoria a seconda della valutazione dei cambiamenti post intervento
  9. PROGRAMMA RIABILITATIVO INTENSIVO                    Dopo un mese circa dall’intervento, sulla base della valutazione del terapista di fiducia, è possibile strutturare un programma riabilitativo intensivo, nel rispetto delle condizioni generali del paziente.
  10. ORTESI                                                                                              A seguito delle nuove possibilità funzionali e posturali che si possono evidenziare è indispensabile che eventuali ortesi in uso al paziente vengano rivalutate dopo l’intervento. Il periodo post intervento necessario per tale valutazione è legato alla specifica risposta del singolo paziente all’intervento stesso: va quindi concordata con l’equipe di riabilitazione.

DIMENSIONI e DISTRETTI

Oggi parliamo di dimensioni e distretti…ebbene sì… in quanti si sono interrogati circa le differenze tra gli interventi di fasciotomia praticati presso le strutture sanitarie italiane o, ancor peggio, in quanti, al richiedere l’autorizzazione per eseguire all’estero l’intervento di FIBROTOMIA GRADUALE SECONDO IL MEDOTO V.B. ULZIBAT, hanno ricevuto un formale diniego in forma scritta in cui veniva addotto che “la patologia da cui è affetto xxxxxx xxxxxx può essere trattata presso l’Istituto xxxxxxxx di xxxxxxxxx c/o l’U.O.C. del Prof.xxxxxxxx xxxxxxx”!?!?

Ci si potrebbe limitare a rispondere con questo photocollage:

L’incisione è il puntino rosso che si vede al centro dell’area colorata dal disinfettante.

Può essere paragonabile a tagli di 3-4 cm che prevedono punti di sutura? Le fasciotomie eseguite secondo il metodo italiano possono pertanto arrivare a trattare fino ad oltre 20 punti sull’intera area muscolare del paziente?

Rebus sic stantibus, a voi la risposta…